|
I rapporti tra veneziani e popolazioni soggette non erano segnati solo dal
rifiuto dell'autorità dei dominanti da parte dei dominati, o
dall'indifferenza o disubbidienza anche violenta. Della Historia di Corfu
descritta da Andrea Marmora nobile corcirese stampata a Venezia nel 1672,
appare come il più riuscito tentativo intellettuale di mostrare i legami
tra civiltà greco-bizantina e civiltà veneziana. La riflessione
storiografica serve qui a legittimare un ceto dirigente locale, che proprio nel
culto della storia patria e nei legami di fedeltà con la Serenissima riconosceva la propria ragion d'essere. Non è certo un caso che
l'autore sia membro di una famiglia appartenente alla borghesia facoltosa della
città e da poco aggregata alla nobiltà corfiota. Marmora vuole
mostrare come la funesta conclusione della guerra di Candia ha reso
Corfù la nuova capitale del Levante veneto. Il frontespizio
è segnato da un sottile gioco allegorico. Al di sotto della schiera dei
santi e a sinistra del titolo è posta l'immagine dell'imperatore
bizantino Emanuele Commeno; alla destra quella di Germanico, figlio adottivo
dell'imperatore Tiberio. Il primo è posto al di sopra, quasi a
protezione, della fortezza vecchia; il secondo sovrasta la fortezza nuova: tra
le due sta Corfù, che si pone quindi in posizione centrale tra occidente
latino e oriente greco.
|