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L'immagine e la città - La guerra di Candia previous 5/6 next

Retimo e la rappresentazione della città
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Qui a differenza di Candia  e La Canea  e, a somiglianza con Sitia , appare netta la contrapposizione tra abitato civile e castello, tra popolazione locale e militari. Retimo  è descritta dal provveditore  Luca Michiel come città "misera e desolata"; la fortificazione è infatti in condizioni penose, il suo unico utilizzo può essere quello di ricovero degli abitanti in caso di necessità. Alacre è l'attività dei rettori  veneziani nel tentativo di rinnovare il volto della località da loro governata: Davide Bembo nel 1578 sollecita l'invio di legname e di ferro, utili non solo al rafforzamento delle mura, ma anche per iniziare la costruzione del palazzo dei rettori e di pubblici uffici. Evidente il tentativo di "incoraggiare" con l'esempio le popolazioni locali perché venissero a "fabricar et habitar" in città (come voleva nel 1578 Paolo Contarini), mentre i cittadini di Retimo continuano a ricostruire le case "in basso" anche dopo la distruzione di stabili operata per la spianata . Profondo dunque il conflitto tra civile e militare, che metteva perfino in dubbio la funzione della città. Natale Dandolo capitano di Candia scrive nel 1580 che sarebbe stato meglio procedere alla distruzione della fortezza, possibile "specchio" per i nemici, "esca" così mal difesa per i Turchi.

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